Il fine non giustifica i mezzi: "ProtectEU" è una pessima idea e ci farà molto male

Chatcontrol: per sapere cos'è consiglio di ascoltare il Tucci che, nel suo podcast Pillole di Bit #324, in 14 minuti fa una panoramica sugli elementi essenziali della vicenda. Un quarto d'ora speso bene. In alternativa, rileggerei un bel pezzo dei copernicani.
Ho già parlato in diverse occasioni di questa porcata che, molto opportunamente, è stata combattuta e abbattuta nel corso degli ultimi 2 anni. Chatcontrol è crollato sotto fiumi di proteste. Defunto, sì, ma... a volte ritornano.
Come in un racconto dell'orrore, Chatcontrol si ripresenta a noi con un nuovo scintillante nome, una specie di rebrand: la Commissione Europea deve aver sbagliato qualcosa nella lettura della tavola ouija perchè il defunto Chatcontrol è stato evocato un po diverso da come me lo ricordavo: c'è la fine della crittografia e della cifratura delle comunicazioni private ma anche qualche backdoor obbligatoria, un gigantesco e sempiterno archivio digitale, poteri speciali per la polizia e altre disturbanti amenità. Questo fantasma è così sfuggente da eludere ogni controllo da parte della magistratura, inerme e privata di ogni potere nei suoi confronti. In breve, dobbiamo affrontare un nuovo mostro di nome "ProtectEU".
Qui la trascrizione della "seduta spiritica". "ProtectEU" non è tutto negativo, anzi, prevede molti interventi utili e migliorativi, ma contiene anche qualche svarione colossale.
Ovviamente il fine dichiarato è sempre quello: i bambini, i terroristi, la criminalità organizzata, il traffico di droga, di armi e di esseri umani. Manca solo il lupo nero e il babau.

Purtroppo, quando il fine di "tutelare dei bambini dai crimini" diventa una bandiera da sventolare ossessivamente all'inizio, durante e alla fine di ogni discorso, in realtà si vuole tacer la finalità effettivamente perseguita. Il meccanismo retorico è simile a quello che si verifica parlando di elicitativi cuccioli di foca: far leva sull'orrore collettivo, evocando i peggiori mostri per ottenere un consenso scontato da estendere magicamente anche alle conseguenze, nonostante siano avulse dalle premesse. Sarebbe abominevole ostacolare gli sforzi diretti a salvare il cucciolo di foca dal cacciatore di pellicce, così sarebbe abominevole anche solo pensare di criticare un provvedimento destinato a salvare i bambini dai peggiori delitti commessi ai loro danni, per combattere le più odiose tra le parafilie, ma anche i terroristi, la criminalità organizzata, il traffico di droga, di armi e di esseri umani. Piuttosto che niente, non è forse meglio un qualsiasi tentativo per raggiungere fini tanto condivisi? Come non essere d'accordo?
A me sembra una fallacia abbastanza comune, già vista mille volte come espressione della peggiore politica: argumentum ad populum (o forse un non sequitur)
La realtà è differente.
I mezzi che si intendono utilizzare con "ProtectEU" sono inefficaci, inutili allo scopo dichiarato e, in parallelo, estremamente dannosi rispetto ad altri valori meritevoli di tutela. A proposito di cuccioli da salvare, torna alla memoria il detto "buttare via il bambino con l'acqua sporca".
Di fronte ad argomenti fin troppo abusati, posso solo proporre una metafora banale: per evitare che si picchino le donne, ogni poliziotto, vigile urbano, ausiliario della sosta, guardiaboschi, guardia cimiteriale, controllore del tram, portinaio e vedetta di quartiere avrà un passepartout, una copia delle chiavi di ogni casa privata e il potere di entrare a suo piacimento, ad ogni ora, senza bisogno di alcuna giustificazione o autorizzazione preventiva. Un incubo! Naturalmente sono tutti ligi, tutti onesti, ça va sans dire, ma non si può negare che almeno uno di questi saniti tutori dell'ordine possa essere una mela marcia e possa utilizzare il passepartout per fini privati, per favori ad amici o per lucro. La cronaca è piena di fulgidi esempi, dall'alba dei tempi ad oggi, e questo non cambierà in futuro.
Volendo analizzare il progetto, direi che la metafora del passepartout non basta: "ProtectEU" prevede modalità di controllo massivo automatizzato. Cosa potrebbe mai andare storto? Ogni pediatra che riceverà foto di ginocchia sbucciate, con una marcata prevalenza di rosa, verrà inquisito, perquisito perché sospettato di crimini terribili, così come ogni nonno che riceverà foto dei nipoti. Mi domando come muterà la sessualità giovanile appena inizeranno ad aleggiare in rete i fantasmi dell'inquisizione.
"ProtectEU" è un progetto che contiene elementi perniciosi.
Prevede mezzi draconiani che calpestano molti diritti e, anche se il fine fosse giudicato da tutti come altamente meritevole, non può diventare un grimaldello per scardinare necessità umane, diritti fondamentali, altre forme di protezione di cui beneficiamo e che ci caratterizzano e differenziano dai cattivi del mondo.
Io non penso che le persone meritino di essere ingannate e sicuramente non dalle più alte istituzioni europee. Non si può dire che "ProtectEU" salverà tanti bambini da crimini abominevoli, tante donne da violenza domestica, tanta gente inerme dal terrorismo, che ridurrà gli incidenti dovuti ai drogati e altre baggianate simili. Non si può affermare nulla di simile perché non è vero, non è così che funziona, anzi, non ha mai funzionato in questo modo e non sarà la tecnologia a fare la differenza.
Ho letto tonnellate di documenti che dimostrano che i reati non si perseguono e non si prevengono con un illusorio senso di sicurezza, con la pesca a strascico o interventi di massa, certamente non con le telecamere ad ogni angolo o con intercettazioni ubiquitarie, ovviamente non lo si può fare abolendo le porte delle abitazioni private e nemmeno affidando il controllo a mozzaorecchi gallonati, istituendo archivi immensi per poter registrare ogni informazione detta, scritta, fatta, comunicata ed ogni dato o metadato sgraffignabile dalla vita delle persone.
I criminali sanno aggirare benissimo questi mezzi e riescono a fare ciò che vogliono in modo invisibile, sempre e comunque, da sempre. I criminali sono gli ultimi che si devono preoccupare del "ProtectEU" perché sono invisibili, sono una tribù, una società parallela con regole differenti, capace di sfuggire a qualsiasi controllo di massa.
In compenso, la gente comune sarà fortemente impattata dai nuovi strumenti inclusi in "ProtectEU", come la analisi predittiva (situazionale) delle minacce. Chi tornerà dalle vacanze potrebbe scoprire avere problemi per il solo fatto di aver acquistato un "seccade", un innocuo tappetino da preghiera.
L'unico modo per raggiungere un risultato è fare alla vecchia maniera: indagini mirate, infiltrandosi nelle organizzazioni o utilizzando collaboratori dall'interno, mettendo le mani in pasta, mischiandosi al malaffare per osservarlo, studiarlo, conoscerlo, per minarlo alle fondamenta e distruggerlo dall'interno decapitandolo, arrivando ai gangli che contano. Si, certo, si possono fare roboanti retate quotidiane da fotografare e pubblicare con clamore, è possibile arrestare ogni singolo spacciatore nelle piazze e nei parchi così come ogni singolo bavoso pervertito, ma questo non può nemmeno lontanamente scalfire il narcotraffico, così come non cambierebbe nulla per ogni altro odiosissimo reato della lista. Occorre arrivare ai vertici delle organizzazioni per dissolverle e questo non si ottiene con la sorveglianza di massa. Tutto questo è presente in "ProtectEU", ma è contornato di elementi che non avranno alcun impatto sulla criminalità.
Succede spesso che si confondano i destinatari delle norme e che il risultato sia punitivo per la brava gente e d nessun impatto per i cattivi. Alcune norme ricordano certi preti che sgridano la gente a messa, lamentandosi del fatto che in tanti non ci vadano più. Utile, lungimirante... preti nutriti a pane e volpe! Così, alcune norme non fanno altro che accanirsi su chi vive civilmente, rispettando i propri doveri e trovandosi penalizzati da nuove norme, sempre più restrittive ed onerose, per colpa di chi non ha nessuna intenzione di rispettare le regole, né quelle pregresse, né, tantomeno, quelle nuove.
"ProtectEU" è un progetto ostile alla verità e ostile alle persone. Non può e non deve diventare parte della nostra vita, non nei termini in cui lede il diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati personali.
Per quanto mi riguarda, ho due obbiettivi che intendo perseguire con costanza:
- sensibilizzare le persone su cosa stia accadendo e sui rischi connessi alla sorveglianza di massa
- insegnare alle persone come proteggersi, nonostante il tecno controllo o le norme che renderanno illegale ciò che, per ora, è perfettamente lecito.
La crittografia è un diritto, come è un diritto acquistare un bene senza dover dichiarare le proprie generalità. È un diritto chiudere la bocca o la porta di casa e tenere per sé tutto ciò che si desidera rimanga riservato. Perché una delle grandi ingiustizie è far credere che chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere dal controllo. Non è così, o meglio, potrà non essere un problema odierno, ma non si può pensare che le cose rimangano come sono. Anzi, le cose cambiano. Ciò che oggi non sconvolge nessuno potrebbe diventare un reato domani. La peggior cosa che possa accadere è essere giudicati per azioni passate, avvenute in contesti differenti, alla luce di nuove categorie di bene e di male.
Il fine giustifica i mezzi?
Mi spiace, no, non nel mio mondo.
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