Quando la privacy vale più di Netflix

Anche oggi Claudia ci regala uno squarcio del suo mondo e prova per noi un browser... perché i browser non sono affatto tutti uguali e, a volte, si fa fatica a distinguere quelli buoni da quelli cattivi. CB
Quando la privacy (e la vita) vale più di Netflix
Da tempo immemore seguo con attenzione le evoluzioni in materia di privacy digitale (tutta colpa di Christian), e quando ho scoperto Psylo, il browser creato dal duo di Mysk, ho deciso di provarlo subito.
Ad oggi è un’app solo per iOS (OS nel quale Talal e Tommy sono più che ferrati) ma non si esclude una versione Android. Niente versione desktop; perché? La risposta non è semplicemente tecnica, ma profondamente legata alla filosofia e all’utilizzo reale dell’app. Chi ha veramente bisogno di protezione contro tracciamenti, sorveglianza e identificazione digitale spesso si trova in contesti dove usare un computer fisso o un portatile non è sicuro, né pratico.
Pensiamo a giornalisti investigativi, attivisti, operatori umanitari, o anche semplici utenti in paesi con censura, su vari livelli. Il telefonino è spesso l’unico e solo dispositivo disponibile, alimentabile con un powerbank anche in assenza di corrente. È discreto, trasportabile e può essere usato on the go, senza lasciare troppe tracce. In ambienti “difficili”, dove anche la sola apertura di un laptop può attirare attenzione indesiderata, un’app mobile diventa uno strumento di sopravvivenza digitale, non un vezzo.
Non si tratta di una limitazione, almeno per adesso, ma di una scelta consapevole: portare la privacy nel palmo della mano, dove serve davvero.
Veniamo all’app.
È chiaramente indicata la dicitura “In-App Purchase”, come mandatory field su AppStore, ergo: non serve stupirsi della richiesta di un abbonamento.
Psylo ha dimensioni ridotte (7.1MB), ideale da scaricare al volo. Installazione guidata semplice e veloce e descrizione ben dettagliata, soprattutto per quel che riguarda la privacy e le specifiche.
Ho usufruito dei primi 3 giorni di trial - estesi adesso a 7 per chi sceglie il pagamento annuale - con riserva:
Dopo tre giorni di utilizzo intenso, posso dire con certezza che, oggi, è il browser più avanzato e radicalmente orientato alla privacy che abbia mai provato su iOS.
Il punto di forza assoluto di Psylo è il modello “web silo”: ogni scheda del browser è isolata dalle altre, con i suoi cookie, storage e soprattutto un indirizzo IP unico grazie alla Mysk Private Proxy Network. Non si tratta solo di oscurare il proprio IP come fanno le VPN: Psylo cambia dinamicamente anche lingua, fuso orario, fingerprint e persino le caratteristiche canvas del dispositivo, rendendo praticamente impossibile il tracciamento incrociato tra siti.
Utilizzo da anni strumenti come VPN e browser orientati alla privacy, e trovo che Psylo riesca a posizionarsi in una fascia di sicurezza very above high-expectations - ricordando sempre che, su iOS, molte tecniche anti-fingerprinting sono ostacolate dalle restrizioni Apple. Mysk è riuscita a integrarle comunque, attraverso soluzioni tecniche brillanti come l’esecuzione client-side via JavaScript.
Perché l’abbonamento è giusto - e necessario
Capisco che alcune recensioni su App Store critichino l'app per non essere gratuita. Ma credo sia importante chiarire un concetto fondamentale: la vera privacy ha un costo.
A differenza di altre app gratuite che monetizzano i dati, Psylo non richiede nemmeno la creazione di un account. Questo è possibile solo perché l’accesso alla rete proxy – che ha costi reali per i server, la larghezza di banda, e lo sviluppo – è gestito tramite l’abbonamento anonimo Apple.
Il costo mensile (per me è quantificato in 10 CHF al mese) per un’app può sembrare elevato rispetto a tanti servizi “freemium”, ma è importante considerare cosa si sta comprando: non solo software, ma infrastruttura, sicurezza, e soprattutto anonimato.
Il processo decisionale però deve tenere conto delle spese personali, mensili, di ogni utente: abbonamenti a servizi di stream, costi per i giochi online, senza contare spese vive come bollette e manutenzioni. Per chi non corre rischi, la spesa sembra più alta, ma per chi non ha scelta, direi che il costo è proporzionato - d’altronde, pensateci, in situazioni critiche di censura e pericolo di vita, l’abbonamento a Netflix o Disney+ non credo sia nemmeno contemplato.
Eppure, la domanda è legittima: non si potrebbe fare un modello più flessibile, tipo “pay per use”?
La risposta, purtroppo, è complicata. Un modello a consumo significherebbe introdurre forme di tracciamento per monitorare quanto usiamo il servizio, e quindi snaturare uno dei pilastri di Psylo: l’anonimato totale. Tracciare l’uso equivale a identificare l’utente, anche solo in forma tecnica. E quello è proprio ciò che Psylo vuole evitare, a ogni costo.
Per questo, il modello di abbonamento fisso è l’unico modo sostenibile per garantire privacy senza compromessi. È una quota che non riflette solo l’uso, ma la protezione costante che l’app garantisce, 24 ore su 24. Anche se in un mese si usasse Psylo solo due volte, quelle due volte sarebbero comunque coperte da una rete sicura, anonima, e progettata con trasparenza.