L'acqua calda

Si, Claudia Giulia, hai capito bene, Stroppa ha detto che può accedere a qualsiasi dato personale degli utenti di twitter/x in modo arbitrario, inclusi quelli non pubblicamente visibili. Può vedere la reale identità degli utenti pseudonimi, che lui maccheronicamente chiama anonimi, può vedere i contatti riservati del profilo, email di recupero e cellulare compreso e lascia ed intendere di poter fare praticamente ogni cosa. Non è una spacconata, è solo sciocco dirlo perchè queste stesse cose le può fare chiunque amministri un sistema non cifrato, ma in pochi sono così stupidi da vantarsene.
Lascia che te lo dica: questa cosa non merita attenzione e non può suscitare sorpresa genuina. Se un professionista o un funzionario di una qualsiasi agenzia (GPDP, AGCOM, EDPB, EDPS) si dicesse sorpreso ti starebbe prendendo in giro, oppure starebbe cercando di camuffare l'imbarazzo per un lungo e compiacente silenzio.
La questione è ben più complessa e, nel contempo, semplicissima: ogni computer/server/mainframe/cluster/ced/farm/tnt è interamente nella disponibilità dei suoi amministratori. Solo la cifratura dei dati può evitare questa onnipotenza, e solo se si riesce ad evitare che l'amministratore abbia una copia delle chiavi crittografiche.
È una scelta, non una necessità. Sistemi identici, con le medesime funzioni, possono nascere su architetture differenti, cifrata oppure in chiaro, dipende da cosa si vuole ottenere. Se i dati "riservati" ospitati sui server di X sono liberamente accessibili è solo perché si vuole che sia così. Perché lo si desidera, o meglio, perché si desiderano determinate conseguenze. Quelli come me chiamano questa cosa "privacy by design"
Ogni altra considerazione è secondaria.
Vuolsi così colà dove si puote. Sai come va avanti.
Ne ho scritto altrove, parlando del fatto che in ogni sistema informatico c'è sempre un SysOp e lì lui è Dio.
Non riesco a meravigliarmi del fatto che non tutti siano bravi ragazzi, che nel mondo si facciano cose brutte senza dirlo, senza lasciare tracce e senza conseguenze, che per l'industria (e i governi) sia preferibile accumulare dati in chiaro anziché dati cifrati. Non lo giudico una notizia. È una precisa e condivisa volontà.
Mi meraviglio solo che ci sia gente che pensa di poter essere anonima su internet o che prova a farcelo credere. È stupefacente anche solo pensare che possa accadere.
Mi meraviglio che ci sia gente che si fida di intermediari con la stessa credibilità del gatto e della volpe di Pinocchio.
Mi meraviglio che le autorità vedano il mondo che ci circonda e facciano spallucce, anzi, che stiano al gioco frequentando ecosistemi malati come X e pubblicando presso editori senza scrupoli che mercificano i dati dei lettori.
Questo sì mi meraviglia e, imho, merita impegno quotidiano per cercare di cambiare qualcosa nel mondo che ci circonda.
Mi arrabbio se penso alle tante cose sbagliate: lo shadowban usato come bavaglio, i captatori e i software spia usati contro giornalisti e attivisti, la strafottenza del potere, l'assenza di trasparenza, tutto quello che vuoi.
Non trovo sensato puntare il dito sull'ultimo fesso della fila che si è fatto sfuggire una mezza parola storta: non ha nemmeno capito cosa ha detto, non conta nulla e non lo nobiliterei come chi ha scoperchiato il vaso di Pandora. La questione è immensa ed è un tracotante elefante nella stanza che nessuno vuole toccare. Fa comodo a tutti.
Mi auguro che la vicenda possa essere la scintilla che scatenerà l'incendio, l'origine del cambiamento, ma temo che non accadrà. Solo le persone possono cambiare le cose attraverso i propri comportamenti, ma nemmeno questo accadrà perché la gente non lo vuole affatto: è uno spettacolo che piace quasi a tutti e non si cambia canale quando ci si diverte.
Proposta: proviamo a cambiare veramente le cose?
CB