UNOBRAVO... quando hai migliorato l'etica nelle promozioni, lavora un po' anche sulla protezione dei dati personali!
Unobravo è al centro di un'importante inchiesta di giornalismo investigativo intitolata "Tracciamenti" e realizzato da Edoardo Anziano, Francesca Cicculli, Roberta Lancellotti, tutor Goffredo De Pasquale. In tanti si sono scandalizzati e, come al solito, le opinioni si sono polarizzate: UNOBRAVO è destinatario di importanti finanziamenti e osannato come prodotto di eccellenza e grande promessa per il mondo della sanità... ma queste sono solo belle speranze e coraggiose operazioni finanziarie. Praticamente è scoppiato il merdone proprio dove non serviva.
Ho voluto dare il mio contributo approfondendo il tema e facendo un gito sul sito di UNOBRAVO. Anche il Garante Privacy dovrebbe farci un giretto, così, tanto per farsi due risate.
Orrore e spavento! Il sito è un vero e proprio manuale delle violazioni al GDPR e del maltrattamento dei dati personali. Non sarebbe certo una novità, ma il fatto che il sito raccolga principalmente persone fragili, che condividono dati personali sensibili (dati particolari) rende tutto inaccettabile ai miei occhi.
Vediamo perchè...
Cookie beacon e tracker, nel sito c'è il peggio del peggio. Chiunque lo visiti viene profilato e, data la natura del sito, la profilazione riguarda dati relativi alla salute: i dati peggiori, quelli a più alto rischio per gli interessati.
Il livello di condivisione dei dati è folle, praticamente una mercificazione della privacy del visitatore e dell'utente. Se il mercimonio fosse consensuale, ci sarebbe almeno una parvenza di alibi, una scusa per non indignarsi, ma non è così. Di consensuale non c'è granchè.
Accedendo al sito si incontrano varie tecnologie di tracciamento. Anche al più facilone dei visitatori sorge una domanda: perchè? Non c'è una ragione tecnica. Queste tecnologie non sono necessarie e non sono casuali. Sono aggiunte appositamente, in piena consapevolezza e con deliberato consenso. Lo scopo non può essere presunto, non è mia intenzione fare il processo alle intenzioni, tuttavia non posso fare a meno di notare due fatti importanti:
- le tecnologie di tracciamento e la condivisione dei dati permettono la monetizzazione del traffico (l'attività degli utenti sul sito web);
- come ho anticipato, tali tecnologie non sono li per caso, ma per scelta.
COOKIES
I cookies non sono poi tanti e, ad una primo sguardo, UNOBRAVO potrebbe sembrare un sito abbastanza pulito, ma non è così.
Effettivamente, la presenza dei cookie è ciò che ogni utente può facilmente verificare con il proprio browser. Diciamo che sono la parte di profilazione più evidente e, forse per questo, sempre meno usata.
Tuttavia, la normativa sui cookie si applica a tutte le tecnologie, analoghe ai cookies, che permettono il tracciamento dell'utente.
Ecco cosa può vedere il visitatore comune:
Osservando questa lista di cookies, passa la paura.
Sempre esagerati "quelli della privacy"! Sono solo cose tecniche, non c'è scritto marketing, non vedo nomi di aziende brutte e cattive... che problema c'è?
BEACONS
Beh, quelli come me, "quelli della privacy", non si fermano alla superficie e guardano meglio. Ad una verifica più attenta chiunque può trovare altre cosette, tecnologie diverse dai cookie, unicamente vocate al tracciamento dell'utente. Il Garante li chiama Beacons.
I beacons non hanno alcuna funzione tecnica o necessaria alla visualizzazione delle pagine web, servono esclusivamente a profilare l'utente. Non sono pochi, anzi, c'è dentro mezzo mondo. Ciò che mi colpisce è che tutto questo funzioni senza consenso:
Navigare sul sito comporta la condivisione automatica (e non consensuale) dei dati di traffico ad altri soggetti. Non sono pochi né innocui perché sono specializzati nell'acquisizione, elaborazione e rivendita di dati personali: li chiamiamo "data broker". Vedere la lista completa può essere sorprendente per un utente comune, sia perché viene ben nascosta e non se ne ha una chiara percezione, sia perché si capisce bene che sui dati si può lucrare.
SERVER DI TERZI
Ma non è finita. Accedere al sito attiva una serie di condivisioni con risorse esterne. alcune (ben poche) hanno una funzione meramente tecnica, ma la massima parte sono condivisioni fini a sé stesse. In pratica, andando sul sito UNOBRAVO, automaticamente visiti anche altri siti, che non conosci, di cui non ti puoi certo fidare, che faranno ciò che vogliono dei dati che riescono a sgraffignare.
sorge spontanea una domanda: "ma perchè?"
Tanto per farmi voler bene dagli operatori del settore, osa svelo un giochino molto caro ai geni del marketing. In ogni riunione alla quale ho partecipato, si arriva sempre al solito passaggio:
- vogliamo fare una porcata- ok, troviamo un modo per vestirla a festa e farla sembrare una cosa diversa, magari una feature (es. 1)- meglio ancora, vestiamola da adempimento, così non ci rompono le scatole (es. 2)
ed ecco che nascono cose come i google fonts (1) e iubenda (2).
A iubenda ho dedicato un lungo articolo per spiegare nei dettagli come funziona questa strana cosa che viene presentata come la panacea a tutti i mali del mondo. Non è esattamente come sembra e, IMHO, sta facendo molto male all'ecosistema del web.
CONDIVIDERE CON TERZI
Ma cosa significa condividere dati con terzi? Perchè deve impensierire i paciosi e spensierati utenti della rete? Cosa c'è di male dato che facebook sa già tutto di noi? E poi mica gli ho detto chi sono e, anche se lo sapessero, che interesse potrei mai suscitare?
Queste ed altre domande attanagliano le menti e io sono qui per questo!
Per capire il meccanismo bisogna sapere alcune cose:
- del tuo nome e cognome non interessa a nessuno. Sei un utenza, un terminale, un utente univoco che fa determinate cose. Un limone da spremere, senza nome. Nulla di personale... che è un modo alternativo per dire "senza alcuna pietà" perchè non sei nemmeno una persona.
- cosa fai non interessa a nessuno, ma interessa capire i tuoi bisogni attuali o quelli che possono essere suggeriti. Se visiti siti dedicati ai gatti, ai cani, alle poiane e al WWF, hai definito un PROFILO e questo sarà molto utile quando andrai sull'ecommerce del tuo supermercato preferito o in una libreria online.
- le informazioni relative alla salute (vale per tutti i dati sensibili) permettono di far leva sulle paure, sul bisogno di fidarsi, sul dubbio di essere stati ingannati, sui bisogni impellenti che ridimensionano qualsiasi altra cosa.
Quindi, se un dispositivo è stato usato per navigare sul sito UNOBRAVO e l'utente ha compilato una richiesta di aiuto, se viene visitato regolarmente e se queste informazioni sono condivise con un data broker, verrà creato un profilo del mio terminale e tutto ciò che accadrà con quel dispositivo terrà conto di queste interazioni e di questa profilazione: la pubblicità che vedrò, gli articoli e le news che i vari algoritmi selezioneranno per me, l'ordine in cui appariranno i risultati di una ricerca, le risposte che otterrò dal software di AI generativa (chatcpt, per intendersi), le conversazioni o gli utenti che spiccheranno in evidenza nella mia timeline, ecc. Non importa a nessuno sapere nome e cognome della persona dietro allo smartphone. Tutto molto asettico e impersonale.
Al giocatore d'azzardo verranno proposte giocate gratuite, convenienti finanziamenti e strategie di vincita facile.
Al malato verranno proposti nuovissimi studi e approfondimenti gratuiti, rimedi miracolosi e servizi di cui ha immenso bisogno, salvagenti emotivi ai quali aggrapparsi per sentirsi meno fragile e meno spaventato.
A chi non ha titoli verranno proposti percorsi di studio che valorizzano l'esperienza grazie ai quali potrà fregiarsi di appellativi altisonanti con i quali relazionarsi alle persone esperte ed erudite
All'insonne verranno proposti mille modi per passare il tempo, mille scuse per non sentirsi diverso, mille modi per aiutarlo a separarsi dal proprio denaro
Per il malato insonne, amante il gioco d'azzardo, senza titoli, verrà selezionata una esperienza di navigazione talmente personalizzata da rendere irresistibili, desiderabili e naturali le proposte, al punto da non considerarle nemmeno proposte ma fortune.
Purtroppo, a volte, queste inaspettate e effimere fortune diventano incubi permanenti.
L'ATTO PRATICO
Se interagisci con il sito UNOBRAVO, come prima cosa devi rispondere a domande molto personali e dettagliate, condividendo fin da subito informazioni sensibili. Queste domande sono volutamente esplicite e concepite per non lasciare nulla all'immaginazione, avrebbero senso nell'ambito del percorso terapeutico, ma rispetto alle prime interazioni e alla mera scelta del professionista sono decisamente eccessive. Queste informazioni sottendono dati sensibili relativi alla salute e dovrebbero rimanere confinate tra medico e paziente, non dovrebbero essere condivise con mezzo mondo per profilare utenti dai quali spremerne ogni goccia spremibile, come fossero limoni.
Volendo per un momento ignorare le condivisioni intenzionali, quelle che possono trovare una ragione nel lucro, troviamo anche condivisioni accidentali, casuali, stupide.
Ricordo che una delle definizioni di stupidità riguarda chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per se o addirittura subendo una perdita.
Gli utenti registrati su UNOBRAVO sono sostanzialmente pubblici: chiunque può verificare se un proprio amico, vicino di casa, collega utilizza il sito, basta fare un recupera password per sapere se una certa email è registrata oppure no.
Fare il recupera password di un email non registrata genera un errore.
La stessa operazione fatta con un indirizzo registrato, genera un messaggio di conferma.
Stupidità, appunto. Peraltro, ci vuole una certa dose di ottusità per non accorgersi che questa informazione sia significativa.
Tracotanti di bontà e speranza, volendo continuare ad ignorare questa catasta di problemi, si può proseguire nella navigazione e provare ad accedere alle informazioni obbligatorie per legge: quella informativa privacy che tutti siti devono avere e che dovrebbe descrivere i trattamenti effettuati.
A questo punto, persino Tonino Guerra, con tutto il suo proverbiale ottimismo, si turerebbe il naso per la puzza.
L'informativa c'è ma non la si può leggere senza sottoporsi ad una ulteriore profilazione e condivisione di dati.
Ma perchè?
Questa è pura follia... si, qui ci vuole uno bravo veramente.
Senza dilungarmi troppo, basta dire questo: chiunque navighi con le minime e necessarie protezioni e con i filtri che neutralizzano il malware, i tracker e le condivisioni indesiderate, vede solo una schermata nera. L'informativa, ospitata sui server di iubenda, è classificata da tutti come tracker di profilazione. Giusta o sbagliata che sia questa classificazione, non esiste al mondo una sola ragione per ospitare un banalissimo testo su un server esterno anziché sul server al quale fa riferimento, obbligando l'interessato a subire una condivisione dati non consensuale e una profilazione per finalità assortite e variopinte.
Comunque, su Iubenda ho già dato.
A questo punto è lecito abbandonare il sito per non subire ulteriori maltrattamenti, ma non basta: i maltrattamenti ti raggiungono a casa.
Ogni email che arriva da unobravo contiene molti tracker. Aprire la mail e visualizzarla corrisponde a condividere dati: sul dispositivo che usi, da dove lo fai, quando, a che ora, quante volte... tutti dati che possono essere messi in relazione tra loro e associati all'utente. Profilazione bulimica che si ingigantisce ad ogni sospiro.
Basata sito, basta email... cosa resta?
Unobravo ha anche una app per smartphone.
Se non altro, apprezzo la coerenza: la app ti traccia quanto e più del del sito, include 6 tracker che funzionano sempre, a prescindere dal consenso dell'utente. Anzi, il consenso non viene nemmeno chiesto nella app. Alcuni di questi tracker sono tra quelli utilizzati dalle peggiori app del pianeta. Sconsiglio vivamente l'uso dell'app, almeno finchè sarà infestata di tracker.
Concludo citando la reazione del presidente corecom: https://agenparl.eu/2025/01/22/dati-violati-nella-telepsicologia-il-presidente-corecom-calabria-fulvio-scarpino-scrive-al-garante-della-privacy-errata-corrige/
Comunque, per avere un fantastico sconto sul detergente intimo, consiglio di andare sul sito di Unobravo. Basta presentare come voucher questa lettera di raccomandazioni.
Ma per favore! Per me, tutto questo questo ha un solo nome: sfruttare la povera gente, i più fragili, i meno attenti, persone con tali pensieri da non avere il tempo la voglia e l'energia per curarsi di queste cose, persone da aiutate e non certo da monetizzare. Persone da rispettare.
γνῶθι σαυτόν
Unobravo ha messo in piedi tali e tanti sistemi di tracciamento e profilazione da includere i suoi stessi collaboratori (dipendenti e professionisti). Ogni lavoratore o collaboratore che visita il sito, riceve email o usa la app, finisce nell'immenso tritacarne al pari di ogni altro utente.
Questo è male! Molto male.
Rispetto alla profilazione dei lavoraotri, la normativa è molto chiara: ogni strumento che permette il controllo a distanza deve essere preventivamente autorizzato con accordo sindacale o presso l'Ispettorato del Lavoro. Preventivamente significa prima. Sarà difficile farlo dato che i sistemi sono già operativi e che già trattano i dati dei lavoratori.
Sarà difficile anche giustificare questi sistemi alla luce delle limitazioni poste dalla norma. In breve: se Unobravo ha un problema con i dati degli utenti, le cose non vanno meglio rispetto ai dati dei lavoratori e dei collaboratori.
Che dire... sono qui per aiutare. magari non sono uno bravo, ma non ho mai negato un consiglio a nessuno.
Per capire,
per essere consapevoli,
per difendersi.
Grazie per il tuo tempo. Se ti è piaciuto l'articolo o ti ha dato spunti utili, prendi in considerazione l'idea di ringraziarmi.
Puoi farlo in due modi:
- Condividendo il mio lavoro sui tuoi social. Così facendo aiuterai altre persone
- Con una donazione. In questo modo aiuterai me.
Se sei un professionista della privacy, fammi sapere come la pensi, il confronto è essenziale per migliorarsi. Se non hai tempo per farlo, rifletti su questo: il mio contributo ti ha aiutato? Ha evitato che facessi una sconfinata figura di mer#a con un cliente? Ti ha permesso di fare bella figura in una riunione? Ti ha agevolato nella stesura di un parere?
Bene... allora mi devi una birra.
