La natura è una gran bastarda
Basta guardare "Il Re Leone" per capire quanto la natura possa essere crudele con noi, imperfette creature destinate all'estinzione.
Le leggi e i fenomeni che governano il mondo sono fredde e spietate, a partire da quella di gravità, passando per l'entropia e arrivando al mito confortante del "pasto gratis". Noi stessi siamo soggetti a regole severe e ingiuste: l'evoluzione progredisce inesorabile condannando i più deboli, quelli che non si adattano rapidamente e chi, semplicemente, non ce la fa.
Per fortuna il progresso ha attutito molto il processo, diluendone i tratti più ostili e rendendo tutto più civile: riusciamo tutti a correre, a trovare il frigo pieno e la casa riscaldata. Almeno nel medio termine, ci aiutiamo per evitare di vedere la brutalità della sorte accanirsi sui meno fortunati.
A volte ne godiamo perché, si sa, alcuni non sono interessati al proprio benessere, troppo faticoso da raggiungere, ma detestano e disprezzano il benessere altrui, ma questa è tutta un'altra questione.
(Negrita - L'uomo sogna di volare)
Il progresso e la tecnologia che ci aiuta a sognare, a volte, contribuiscono a rafforzare quella natura bastarda che, di nuovo, si accanisce sul più debole.
Sì, il preambolo è necessario, è un filtro per disincentivare la lettura ad un preciso cluster, ovvero alle persone che si limitano a prendere in considerazione le prime tre righe del testo. Peraltro, sono le stesse persone che commentano i film senza averli visti.
b.t.w.
Oggi vorrei occuparmi di una tecnologia (bastarda) che ha fatto vittime illustri in passato e che continua ad accanirsi sui più esposti, in particolare sugli stagisti e sugli assistenti parlamentari.
In molti ricorderanno importanti agenzie statunitensi che hanno anonimizzato importantissimi e segretissimi documenti semplicemente passandoci sopra una pennellata digitale nera. Per gli amanti del genere e per gli smemorati, segnalo QUI un bellissimo e completo articolo (divulgativo) da leggere per approfondire.
A farne le spese sono stati importanti politici come Donald Trump e, proprio in questi giorni, un parlamentare italiano, in occasione delle elezioni europee 2024: Borghi.
Ad onor del vero, se Borghi non si fosse messo in evidenza rimanendo l'unico a non aver condiviso, nei modi e nei tempi previsti dalla legge, i documenti obbligatori ai fini di trasparenza, forse, nessuno se ne sarebbe accorto, lasciando alla più totale irrilevanza quei maledetti PDF relativi ad un candidato non eletto. Ma, si sa, sbraitando ad ogni occasione, un po' di attenzione la si attira e fu così che @twittatore, mio amico immaginario, mi segnalò l'ennesimo inciampo nell'accidentato processo di evoluzione digitale del genere umano.
Per dare un minimo di contesto è necessario ricordare il famoso tweet dedicato a quelle fastidiose password coperte di inutili pallini.
Bene, partendo da queste solide basi, andiamo al dunque.
Il sito del Ministero degli Interni è l'HUB centrale delle operazioni di voto e della trasparenza e, a questo link (https://dait.interno.gov.it/elezioni/trasparenza/europee2024), raccoglie e pubblica il CV e il Certificato Penale di ogni candidato alle elezioni europee 2024. Non si tratta di una violazione della privacy e non deve stupire poiché lo prevede la legge e ogni dettaglio in proposito è pubblicato sul sito stesso.
Da una rapida ricerca, il nostro candidato risulta tuttora (11 Giugno 2024, ore 16:00) non aver caricato né condiviso il Certificato Penale. Pare sia l'unico, e direi che anche questo dettaglio di contesto non rappresenta una buona premessa. Per fortuna c'è il CV.
Ecco il CV:
Come evidenziato nell'area rossa, si nota una vigorosa PENNELLATA DI BIANCO dal tono leggermente differente rispetto allo sfondo. A differenza di ciò che fanno abitualmente le agenzie americane, sempre felici di sottolineare il proprio potere di oscuramento, in questo caso siamo di fronte a qualcosa di più sottile, meno appariscente e si richiama la tecnica del "bianchetto", tanto cara agli studenti di ogni età.
Ottimo, il documento è stato oscurato e non si vedono più i dati che non si desidera condividere. Fatto!
Peccato che un documento informatico non funzioni così.
Il WYSIWYG va abbastanza bene se si vuole editare un sito web, ma non è decisamente indicato per processi di anonimizzazione.
Come si può pensare, nel 2024, che modificando il colore ad una scritta, rendendola non percepibile con gli occhi, questa scompaia dal documento informatico? È sciocco tanto quanto pensare che scompaia ogni volta che si battono le palpebre oppure volerla rimpicciolire a tal punto da non riuscire più a distinguere i caratteri e leggere le parole.
Basta, infatti, passare il cursore del mouse su quella strisciata di "bianchetto digitale" per accorgersi che c'è qualcosa di cliccabile, di selezionabile, un normalissimo testo, non visibile per questioni cromatiche ma perfettamente leggibile, copiabile, incollabile.
Peraltro, basta fare un minimo zoom per accorgersi anche del motivo per cui non basta scrivere in piccolo per rendere illeggibile un PDF: i caratteri vettoriali sono descritti matematicamente da curve e rette, non sono disegnati con singoli pixel e si possono ingrandire a piacimento.
Ecco cosa accade facendo COPIA INCOLLA di quel testo cancellato in modo primitivo:
:-) per privacy non lo pubblicherò :-)
Però i miei scrupoli hanno poco senso e servono a poco poiché, sempre il Ministero degli Interni, in occasione delle elezioni politiche del 2022, ha pubblicato il CV del medesimo candidato riportando i dati in chiaro: QUI
Gli stessi dati compaiono in numerose pagine indicizzate da motori di ricerca e in molte di più di natura istituzionale, non indicizzate ma raggiungibili dai siti di riferimento.
Lo stesso Borghi si geo-referenzia piuttosto spesso, aggiornandoci su ciò che egli vede quotidianamente: qui, qui, ecc.
Comunque, ho pensato di rispettare la sgangherata scelta di oscurare dati presenti nel CV.
La giudico sgangherata poiché, trattandosi di un documento digitale, che nasce da un file editabile, non posso fare a meno di pormi una domanda: perché? Che senso ha preoccuparsi di cancellare un testo da un PDF quando è possibile generare il PDF senza quel testo? Probabilmente la cancellazione con "bianchetto" è la strada più scomoda, rischiosa e lenta e non mi sembra affatto una buona scelta.
Il fatto che il CV non sia particolarmente aggiornato mi fa pensare che sia una questione di pigrizia ma, non conoscendo personalmente il candidato, non posso e non voglio esprimermi.
In ogni caso, sia a beneficio degli stagisti e degli assistenti parlamentari che di ogni altra persona affaccendata con l'anonimizzazione dei dati contenuti in un PDF, posso dare qualche utile consiglio con una premessa: ogni metodo ha dei pro e dei contro ed è più indicato in determinate situazioni, meno in altre.
- editare il file di partenza rimuovendo il testo da oscurare e "stampare" (esportare) in formato PDF un file pulito, senza il testo che si desidera omettere.
- stampare, ritagliare/coprire con scotch di carta (apposito), scansionare e inviare la scansione
- visualizzare il file PDF di partenza, fare uno screenshot (1) e generare un file immagine, con un qualsiasi programma di fotoritocco (Paint, Anteprima ecc) editare lo screenshot (1) coprendo con un colore a piacimento ciò che si desidera cancellare. È anche possibile aggiungere emoticons o forme geometriche. Dopodiché rifare uno screenshot dell'immagine modificata, infine inviare quest'ultimo, eventualmente esportandolo prima in formato PDF.
- i possessori di MAC hanno una fantastica funzione all'interno del programma Anteprima: "Oscura". Quella cancella veramente tutto ciò che c'è sotto il quadrato nero.
- per i possessori di Acrobat, usare la funzione "Redact" che fa esattamente la stessa cosa.
- usare altre app specifiche ma verificare prima che siano affidabili perché alcune fanno solo finta.
Prosit