AgCom porta gli "influencer" indietro di 20 anni.

A volte diventa difficile dire ciò che voglio dire senza scomodare numi di ogni luogo e tempo e non vorrei irritare Seth, Baal e Pazuzu e Kali.
Ma non è giornata, quindi qualche saracca scapperà
AgCom... visti i tempi basterebbe questo, tra piracy-shield e autenticazione dell'età per i siti vietati ai minorenni, ce ne sarebbe anche abbastanza. Ma no, non basta, e allora ci mettiamo il carico da undici.
Se sei un influencer, qualsiasi cosa ciò significhi, hai un nuovo obbligo: entro 6 mesi dall'entrata in vigore del codice di condotta appena approvato (quindi entro febbraio 2026) dovrai iscriverti in un elenco ufficiale mediante l'apposito modulo online. Se non lo farai, la maledizione di Montezuma potrebbe colpirti, assieme a sanzioni fantasmagoriche.
C'è un modulo, quindi.... ottimo, allora usiamolo. E qui l'influencer vacilla, trasecola, si inginocchia e piange.
È noto, infatti, che la specie degli influencer sia generalmente piuttosto affine alla tecnologia. I membri del branco fanno largo uso di smartphone e nuovi media, pubblicano ogni attimo di vita su mille canali social perfettamente sincronizzati, si circondano di specialisti per ogni cosa che, come remore, gironzolano attorno alla bocca del pesce grosso aspettando qualche briciola... tutti tranne i DPO, a giudicare dalle castronerie che pubblicano, ma questa è tutta un'altra storia.
Tornando al modulo, dopo il primo shock, tocca ricomporsi e procedere. Dura lex sed lex... ma per AgCom questo "conta ma fino ad un certo punto" (Cit.)
Non vorrei fare la lista delle norme che disciplinano gli adempimenti della PA, che regolamentano i portali degli enti, non vorrei citare il codice dell'amministrazione digitale e nemmeno vorrei svegliare il Dipartimento per la trasformazione digitale, lasciandolo ai sogni bagnati di un digitale ottimismo.
Voglio solo constatare i fatti: il "Web form per l'iscrizione all'elenco degli influencer rilevanti" sembra essere uscito dalla macchina del tempo, come fosse appena arrivato dal lontano 2005, quando l'unico modo per dichiarare qualcosa alla PA era allegare un documento di identità ad un fax. Alla luce della velocità con cui la PA stessa chiede alle persone di adeguarsi ai suoi capricci, questa pagina è preistoria. Alla luce dei rischi che comporta l'antica modalità di autenticazione, questa è follia.
L'influencer dovrà indicare una miriade di dati personali:
- nome cognome nome d'arte ecc.
- social in uso, senza peraltro avere un inventario di quelle cose considerate social
- link a sito pagina piattaforma o account (qualsiasi cosa AgCom intenda)
- numero di follower calcolati nel trentesimo giorno antecedente all'invio del modulo... qualsiasi cosa AgCom intenda
- numero di visualizzazioni medie mensili. Per fortuna AgCom chiarisce cosa intende: "numero di volte in cui un contenuto viene visualizzato, incluse anche eventuali visualizzazioni multiple da parte dello stesso utente, calcolato con riferimento ai sei mesi antecedenti il giorno dell’invio del modulo." Per fortuna che l'ha chiarito!
- recapiti, persona di riferimento, PEC, telefono, email, ecc. Strano che non vogliano anche il numero di fax.
Fin qui non va proprio tutto bene ma lasciamo perdere perché il bello viene ora:
Allegare fotocopia del documento di riconoscimento dell’influencer rilevante o, nel caso di persona giuridica, allegare fotocopia del legale rappresentante
un solo file, massimo 50mb, ma in una miriade di formati possibili: "gif, jpg, jpeg, png, bmp, eps, tif, pict, psd, txt, rtf, html, odf, pdf, doc, docx, ppt, pptx, xls, xlsx, xml, avi, mov, mp3, mp4, ogg, wav, bz2, dmg, gz, jar, rar, sit, svg, tar, zip."
Tutte le dichiarazioni inviate attraverso il presente modulo elettronico sono rilasciate ai sensi dell'art. 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 455, e successive modifiche ed integrazioni.
Mi sa che in AgCom qualche successiva modifica ed integrazione se la sono persa...
Niente accesso con SPID
Niente accesso con CIE
Niente FIRMA DIGITALE
Si, sembra di essere nel quattrocento... quasi millecinque!
Vedo tanti problemi e non da poco:
1) chiunque può inviare la dichiarazione di un influencer a caso di cui è facilmente trovare online la carta di identità... ricordo che il database con le scansioni delle carte di identità della gente che viaggia e che soggiorna in alberghi è pubblicamente disponibile a seguito di data breach...
2) che debba caricare la scansione di un documento, cosa che andrà a costituire un grande archivio delle scansioni dei documenti di tutti gli influencer, pronto per un nuovo data breach; scempio del principio di minimizzazione del trattamento previsto dal GDPR
3) il fatto che non ci sia alcuna forma di autenticazione che possa definirsi tale;
4) la violazione delle norme che impongono alla PA di privilegiare ed accettare dichiarazioni sottoscritte con firma digitale
5) la violazione delle norme che prevedono l'autenticazione con SPID o CIE
Vabbè... basta. Mi pare decisamente sufficiente per buttare giù questa pagina web indegna e, al suo posto, realizzare qualcosa che assomigli ad un adempimento. Perché, ricordiamolo, il nuovo adempimento pensato per gli influencer comporta uno speculare adempimento in capo alla PA che, se non vuole essere vista sempre come lo zimbello della classe, non può più permettersi di ignorare i propri doveri.
...anche perché poi arriva Report e finisce a mani in faccia.
Quando ho scritto "mi pare abbastanza", ho provato a far finta di niente, ma il DPO che c'è in me me lo ha impedito.
Purtroppo non è tutto qui... c'è dell'altro.
Mentre verrà sistemata la questione della firma e autenticazione al form, si potrebbe mettere mano anche queste due cosucce:
La prima riguarda l'informativa che non cita affatto la raccolta sistematica delle carte di identità... e non cita nulla di quello che segue. Nemmeno un cenno.
La seconda, appunto, è il cookie-banner. Eccolo.

Stando al banner, il sito utilizza solo cookie tecnici e, quindi, non serve il consenso per proseguire. Vero, volendo essere precisi, non servirebbe nemmeno il cookie banner, ma non voglio sembrare pedante.
Però anche il DPO di AgCom dovrebbe fare qualcosa per non sembrare già in letargo. Su, dai, un moto di amor proprio, un rigurgito di vitalità prima della pausa natalizia...
Non è vero che il sito usa solo cookie tecnici. purtroppo c'è addtoany. E dove lo mettiamo addtoany? Dove lo mettiamo? Si, esattamente li andrebbe messo.

Addtonaly è una cosettaina piccina piccina, innocua all'apparenza, che serve per una cosa carina e fondamentale in epoca di influencer: visualizzare gli importantissimi link dei canali social di AgCom. Beh.. certamente, come non definirla una funzione tecnica ed assolutamente necessaria?

Quindi, al solo scopo di mettere queste 8 iconcine con i rispettivi link di Agcom, è stata installata (su tutto il sito) un'estensione che genera traffico web verso il sito addtoany.com. La bellezza di 4 richieste, condividendo i dati dei visitatori con un soggetto terzo che, a voler pensare bene, con quei dati ci farà la qualunque.
Ma per favore!
Questa è roba per cui la gente normale si becca 15.000 euro di sanzioni dal Garante Privacy.
La gente normale... appunto.
A proposito di gente normale, mi sovviene un dubbio amletico. AgCom, con la sua presenza sulla bellezza di 8 canali social, non sarà per caso influencer essa stessa? Nel caso, speriamo che il funzionario incaricato dell'ingrato compito di notificare AgCom ad AgCom si accorga del form stralunato e lo segnali a chi di dovere.
B.t.w, la mia sensazione è che AgCom, come altri prima di lei, sia vittima dell'immancabile, infallibile, inevitabile "uccello padulo".
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