Avviso per tripofobici: il web sta per diventare un percorso ad ostacoli tra buchi e link rotti.

"Ipertesto": una parola in disuso, forse un po' da boomer.
All'inzio del web "ipertesto" descriveva in modo sintetico il fatto che ogni pagina web poteva contenere dei link, dei richiami alle fonti, ad altre pagine, ad altri elementi della stessa pagina, ecc. In pratica, si cercava di dare un nome ad una cosa nuova che, tuttavia, oggi rappresenta l'assoluta normalità.
Ma un ipertesto, per funzionare, richiede una certa manutenzione, soprattutto perché le cose cambiano. E le cose cambiano, eccome! Ogni pagina web, ogni articolo pubblicato online, ogni sito, ogni portale vive di link interconnessi e, proprio come in una ragnatela, se si altera un nodo, si cambia tutta la geometria della tessitura.
In questi mesi stanno accadendo eventi abbastanza traumatici per il web, quei cambiamenti che mettono a dura prova gli ipertesti:
1) Molte persone stanno migrando da una piattaforme come Twitter/X o Facebook ad altri luoghi come Bluesky, Treads o il fediverso. Facendolo, in molti cancellano i contributi postati sulle piattaforme che, anche a causa di questo, affondano. Io stesso ho cancellato quasi 9.000 follower, 22.000 Post, 1.600 Repost, 36.000 reazioni e like. Si può classificare questo fenomeno come rimozione dei contenuti dal deepweb.
2) Importanti servizi di accorciamento degli url (url shortner) stanno cambiando e stanno disattivando i link generati in precedenza. È il gaso di goo.gl, sostituito da Firebase Dynamic Links e ora alle soglie del pensionamento. Questo fenomeno merita un approfondimento.
3) Sistemi pensati per il contrasto alla pirateria online (PiracyShield) stanno letteralmente massacrando l'Internet, mettendo fuori uso intere classi di indirizzi IP, intere CDN e rendono irraggiungibili porzioni del web che nulla hanno a che vedere con la pirateria. Di questo ho già parlato abbondantemente.
4) Le azioni di oscuramento dei contenuti poco graditi ai politici che, di volta in volta, occupano posti di rilievo e che ordinano la rimozione di studi scientifici, database, pagine web, portali. Il caso più eclatante riguarda l'amministrazione statunitense che ordina di continuo e sistematicamente la rimozione di vaste porzioni dei portali federali e nazionali riguardanti temi specifici: salute pubblica, vaccini, identità di genere, cambiamento climatico, ecc.
5) c'è poi un ulteriore tema di rimozione che definirei estinzione fisiologica: molte startup o avviate imprese cessano la propria attività. Capita. Se capita per fusione o incorporazione, solitamente, si cerca di mantenere una certa continuità in relazione ai domini registrati dai soggetti non più operativi. Tuttavia, le cose possono andare peggio e un'azienda può chiudere male, senza che qualcuno ne raccolga l'eredità. In questi casi i domini sono semplicemente abbandonati. Le pagine web restano in piedi fino a scadenza del servizio già pagato all'hosting, dopodiché sono sostituire da placeholder e, dopo poco, scompaiono semplicemente nel buio. Il caso è drammatico anche per altri motivi: un dominio abbandonato può essere riaperto da chiunque e tutte le mail precedentemente utilizzate come mail di recupero, di registrazione, di notifica, riprenderanno a funzionare, solo che non saranno più ricevute dai precedenti utenti bensì dal nuovo proprietario. Si spera non sia una persona troppo smaliziata e disinibita e che non voglia utilizzare le informazioni in modo fraudolento. Una cosa simile capita con la riassegnazione dei numeri telefonici usa e getta, liberati dopo alcuni mesi e rimessi in commercio per le nuove utenze. In questa categoria di estinzione rientrano anche i casi come 23AndMe di ci ha già spiegato tutto Signorina37, alias Claudia.
Sicuramente sto dimenticando altri fenomeni collettivi che concorrono alla generazione di infiniti buchi nel web e che causano la scomparsa di porzioni consistenti di Internet, ma ritengo che quelle più insidiose siano la rimozione dei contenuti dal deepweb (punto 1) e lo smantellamento degli url shortner più diffusi (punto 2)
La complessità, il punto di forza dell'ipertesto globale, sta diventando anche la sua più grande vulnerabilità e ne insidia la natura stessa.
Chi gestisce anche un singolo sito web personale si accorge sempre più spesso della necessità di provvedere a qualche correzione dei contenuti, specialmente in relazione ai link rotti, non funzionanti e ai buchi che si vengono a creare. I portali d'informazione vivono lo stesso dramma, ma amplificato in funzione dell'incremento dei contenuti e della quantità di link. Quanto più il sito cresce, quante più pagine sono coinvolte, quanto meglio è stato realizzato in relazione alla ipertestualità dei contenuti, tanto più saranno necessarie frequenti manutenzioni e massicci interventi di correzione.
Purtroppo c'è un prezzo da pagare: la fatica, il tempo, i soldi necessari se si affida il lavoro ad un service provider. In tempi di vacche magre, dovendo decidere oculatamente dove investire risorse, potrebbe sembrare logico rinunciare all'aggiornamento dei link rotti che, ad occhi distratti, possono sembrare solo una caratteristica opzionale, una comoda ma non essenziale feature. Purtroppo non è così. I link sono l'essenza stessa dell'ipertesto, anzi, del web. Senza di essi o, peggio, con link rotti, un ipertesto diventa inutile, si snatura e diventa meno utile e dinamico di una pagina stampata su una vecchia rivista ingiallita.
Ad agosto 2025, fra pochissimo, smetteranno di funzionare milioni di link, creando altrettanti buchi nelle pagine del web.
Questa apocalisse ha origini lontane. Nel 2009 Google lanciò il proprio servizio di accorciamento dei link, una bella idea che trovò grande riscontro nel pubblico. Purtroppo l'accorciamento degli URL venne anche utilizzata per mascherare frodi, per tracciare il comportamento degli utenti e per tante altre finalità criminali. Nelle intenzioni originarie, non si può negare che fosse molto utile risparmiare caratteri per postare contenuti più ricchi su Twitter, negli sms ecc. Nel 2018 il servizio è stato chiuso e dirottato su Firebase Dynamic Links.
Questo cambiamento ha portato molti sviluppatori ad aggiornare i link da goo.gl a FDL. Peccato che il 25 Agosto 2025, FDL chiuderà i battenti e disattiverà tutti gli URL brevi generati. Paradossalmente, chi non ha aggiornato i vecchi url brevi generati con goog.gl ora è avvantaggiato perché potrà continuare a funzionare, mentre chi si è mosso per tempo e ha convertito i link dovrà sistemarli nuovamente prima della disattivazione.
Questi link brevi sono ovunque, nelle pagine web, nei forum, dietro ai QR-Code, nei social, nella messaggistica, nel deepweb. Letteralmente dappertutto.
Gli effetti della disattivazione si vedranno subito, per rimediare ci vorranno mesi o anni. Molti link rotti resteranno rotti perché nessuno si prenderà la briga di aggiustarli.
Lo scenario è questo: un colabrodo, il coperchio del boccettino del sale, una toma di formaggio svizzero, un vecchio tronco tarlato, l'orecchio di una punkabbestia, la cintura dopo la dieta... o dopo una vacanza, una dichiarazione del presidente del consiglio dei ministri, il calzino quando vai a casa di amici, le strade di Roma (questa è scontata)... molte cose che ora giudichiamo piene di buchi ci sembreranno fantastiche perchè saranno ridefinite da un termine di paragone imbattibile: il web che ci attende.

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